Il mio ritorno a Vernazza
Maggio 1978: È stata la mia prima volta in Italia. Walter, un amico della mia famiglia ospitante in Svizzera, ha suggerito di andare a Vernazza per il fine settimana. Kris, un’altra studentessa straniera ed io siamo andate con lui. Vernazza è stato un posto magico! Dopo due notti, la nostra guida doveva tornare in Svizzera, ma noi due studentesse siamo rimaste stregate dalla bellezza di Vernazza, e abbiamo deciso di prolungare il nostro soggiorno di qualche giorno.
Ricordate che eravamo studentesse e che non avevamo molti soldi. Penso che Walter abbia detto al proprietario di darci da mangiare e di tenerci al sicuro, chiedendogli inoltre di addebitarci un importo fisso al giorno in modo da poter godere di Vernazza senza preoccuparci dei soldi.
Non sono mai tornata a Vernazza. Dopo tanti anni, ho sentito parlare di un turismo eccessivo che mi ha scoraggiata dal vederne i cambiamenti. Tuttavia, a giugno 2020, dopo il primo lockdown in Italia, ho prenotato un hotel a Vernazza con l’intenzione di ritornarci quando la situazione era ancora tranquilla. Ma poi abbiamo ripensato ai rischi e siamo rimasti a casa. Il fascino di rivedere Vernazza avrebbe dovuto attendere.
La settimana scorsa siamo andati in Sardegna per le vacanze (ci saranno altri post in seguito) e siamo tornati da Porto Torres a Genova in traghetto. Arrivati a Genova la mattina presto, abbiamo deciso di fare una tappa a Vernazza per pranzare. Dopotutto, Vernazza si trova sulla linea ferroviaria da Genova a La Spezia, quindi perché non approfittarne!
C’era una folla di turisti sulla strada principale di Vernazza. Ho proseguito il cammino con l’obiettivo di raggiungere il porto che mi ha riportato alla mente tanti bei ricordi. Finalmente siamo arrivati di fronte all’albergo e al ristorante dove avevo trascorso del tempo in questo piccolo paradiso. In quel momento ho avuto il primo pizzico di rimpianto: perché non siamo venuti a Vernazza nel 2020? Ho tante foto di quel periodo e sarebbe stato bello poterle condividere con il proprietario dell’albergo e del ristorante dove ho trascorso così tanto tempo. Avremmo potuto parlare delle persone che ho incontrato e ricordare l’impatto che il mio soggiorno a Vernazza ha avuto su di me. Dopotutto, Vernazza è stata la mia prima esperienza italiana da giovane adulta e ha influenzato profondamente i miei pensieri sull’Italia. Ma oggi, nel Sabato Santo del 2023, sarebbe impossibile avere una conversazione tranquilla e piacevole con il proprietario, visto che il paese è invaso dalla folla di turisti.
Il piccolo ristorantino all’aperto con solo 5 tavoli è stato trasformato in un grande ristorante capace di ospitare fino a 100 persone. Vedendo alcuni posti liberi, ho chiesto al cameriere (in italiano) se ci fosse un tavolo disponibile per noi due. Lui ha esaminato i tavoli e mi ha squadrato attentamente prima di farmi l’occhiolino in segno di approvazione e mostrarci un tavolo libero.
Nel 1978 non c’era l’abitudine di fotografare il proprio cibo al ristorante, quindi non ho foto per fare un confronto da condividere. Ma ecco una foto dell’antipasto della casa. Sotto questo aspetto è quasi esattamente come lo ricordavo. Ma certamente con questi prezzi, due studentesse con pochi soldi non avrebbero potuto permetterselo tutti i giorni (o due volte al giorno) per una settimana!
Il pesto era abbastanza buono, ma devo ammettere che non è stato all’altezza del primo pesto alla genovese che ho assaggiato 45 anni fa. Devi ricordare che allora il pesto alla genovese non era molto conosciuto negli Stati Uniti. Infatti sono stata la persona che ha introdotto il pesto alla maggior parte dei miei amici un decennio prima che diventasse un piatto ben noto in America. Insomma ho fatto la mia parte per portare la Liguria in Colorado e Tennessee!
Ho parlato con il nostro cameriere dei miei ricordi di Vernazza. Mi ha detto che Il turismo a Vernazza è degradato a “turismo della focaccia”. I turisti chiedono solo “Where’s the focaccia” o “Where’s the toilet”. A proposito, le toilette sono un problema. Ricordate che ho descritto quanto è diventato più grande il ristorante all’aperto? Il ristorante interno non è aumentato di tanto. C’è sempre una grande fila per i servizi igienici.
Non abbiamo permesso che la folla ci mettesse fretta. Abbiamo goduto il pranzo nonostante i commensali ai tavoli accanto a siano cambiati due volte mentre mangiavamo.
Dopo il pranzo, abbiamo camminato lungo il porto. In realtà, non si può usare il verbo camminare. Abbiamo lo slalom tra la folla. Ho inquadrato alcune scene per fare un confronto con il passato, e poi siamo ritornati alla stazione.
La stazione era un vero casino. Sono sicura che c’erano 400 persone sui binari. In realtà, senza il ferroviere con il suo fischio, che indica la ripetizione incessante del messaggio di sicurezza “DIETRO LA LINEA GIALLA”, sarebbe stato molto pericoloso stare sulla piattaforma. Ecco due foto per un confronto: allora e adesso.
Sono contenta di essere tornata a Vernazza, e questa piccola tappa ha soddisfatto il mio bisogno di rivederla. Se non sei mai stato alle Cinque Terre, devi andarci un giorno. Non vorrei dire che la bellissima Vernazza sia stata rovinata dal turismo. Ma veramente, qualcosa deve cambiare o il rischio di rovina sarà reale. Non è solo una la mia conclusione. A Pasquetta (il 10 Aprile) sul sito web della Repubblica, il titolo diveva “Cinque Terre, è boom di turisti. Ma si rischia il collasso. Come evitarlo.”
No so la soluzione. Forse come a Venezia, si devano imporre “tasse turistiche” per andare a Vernazza. Ma anche non vorrei neanche che Vernazza diventasse “un luogo magico” come Disneyworld! Spero che qualcuno più intelligente di me possa capirlo.
In chiusura, ecco qualche altra foto di alcuni anni fa che penso ti piacerà.
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